Conciliare vita e lavoro grazie al digital: anche in una piccola impresa si può. E si può perché a portare avanti questa idea è un’imprenditrice di lunga esperienza nel settore delle traduzioni, una mamma di due figli, una pioniera delle tecnologie 4.0. Adele Nardulli ha raggiunto questo traguardo e insieme punto di partenza per i suoi dipendenti e per tutte le microimprese e le Pmi che a livello territoriale hanno a cuore benessere e produttività in azienda. Landoor, società di traduzioni e interpretariato professionali con sede a Milano e meno di 15 dipendenti, e Fisascat Cisl hanno firmato a febbraio l’accordo integrativo di secondo livello con validità triennale. Un’esperienza che può fare da apripista a livello territoriale in tema di relazioni sindacali, soprattutto in Italia dove l’intero tessuto produttivo è fatto per l’80% da piccole e piccolissime realtà nelle quali il sindacato fa fatica a ritagliarsi un ruolo.

L’obbiettivo per tutte le Pmi. Adele Nardulli spiega quali sono le barriere da superare per raggiungere l’obiettivo: “Nonostante ci siano dei limiti, abbiamo come obiettivo superarli, non solo per riuscire a realizzare una conciliazione vita-lavoro, ma anche un equilibrio in azienda”. E sottolinea: “Vogliamo abbattere il concetto che le piccole imprese non possono fare Conciliazione vita-lavoro e non devono imitare i grandi piani di Welfare delle multinazionali. Noi Pmi possiamo farlo senza grossissimi investimenti con un ritorno anche economico e di crescita per l’impresa. Questa consapevolezza è il risultato di vent’anni di welfare nella mia storia imprenditoriale, dove il 90% delle attività e dei servizi che ho formalizzato all’interno dell’azienda è nato proprio dalle esigenze che ho vissuto in prima persona come mamma e come donna”. L’intesa interessa i 14 dipendenti (12 donne) di Landoor e sancisce ufficialmente le misure già operative in azienda in materia di flessibilità dell’orario di lavoro, smart working e welfare, oltre alla definizione del premio di risultato.

Come è stato ottenuto?  Le parti si sono messe fianco a fianco per analizzare fattori economici e finanziari, condizioni di mercato e sostenibilità per l’azienda di una negoziazione economica del premio di risultato. Il tutto alla luce delle novità introdotte dalle leggi di Stabilità 2016 (legge n° 208/2015) e 2017 (legge n° 232/2016), che incentivano la conversione del bonus di produzione in beni e servizi erogati dall’azienda mediante convenzioni, voucher, rimborsi. L’accordo integrativo di Landoor prevede comunque che la scelta di convertire il premio pecuniario in beni e servizi sia a discrezione di ciascun dipendente.

Piani di welfare differenziati e modificabili nel tempo. Adele Nardulli è ben consapevole che le esigenze di conciliazione tra vita e lavoro si evolvono e possono essere diverse. Per questo i piani di welfare possono cambiare. “La prima cosa che abbiamo fatto in Trans-Edit vent’anni fa quando sia io sia la mia allora socia abbiamo avuto dei bambini è stata quella di creare un micronido, che poi abbiamo messo a disposizione di dipendenti e collaboratrici”. Oggi le esigenze sono cambiate: “Le dipendenti e le collaboratrici (traduttrici, redattrici e correttrici di bozze), quasi tutte abitanti nell’hinterland, preferiscono lasciare i bambini in asili vicino casa o dai nonni e alternano giornate in smart working alla presenza in ufficio”.

Il benessere lavorativo e le ricadute sul territorio. Per rendere gradevole e stimolante la loro permanenza in ufficio, ora ci sono servizi in azienda che interessano il benessere fisico – palestra con corsi di pilates, trx ecc gratuiti, sala massaggi, fisioterapista, informazione sanitaria. “Ospitiamo medici specialisti – spiega Adele Nardulli – per conferenze e consulenze in varie discipline che abbiano attinenza con il lavoro, dall’oculista all’angiologo, dal nutrizionista all’angiologo. A queste attività orientate alla salute si aggiungono i servizi di conciliazione vita-lavoro, dalla lavanderia al lavaggio auto e alla farmacia, le tipiche attività di un maggiordomo aziendale ma offerte semplicemente stipulando convenzioni con fornitori sul territorio per l’applicazione di sconti speciali e il servizio di prelievo e riconsegna in azienda”.

Il digitale è la soluzione per liberare il tempo, perché l’importante è il risultato. La ricetta sono organizzazione flessibile e una piattaforma cliente/collaboratore ad hoc per la gestione dei progetti. L’approccio digitale non solo è utile per creare Welfare, ma per aggiornarsi costantemente e in modo rapido.  “Per noi l’aggiornamento è primario, nel nostro settore di business abbiamo la necessità di tenerci sempre al passo con le sfide digitali perché tradurre significa language technology, anche se con un approccio marcatamente human to human. L’introduzione del digitale nella nostra vita lavorativa non si limita ai programmi di smartworking o alla dotazione di portatili e smartphone, ma comporta da anni progetti di Ricerca e Sviluppo finanziati con fondi europei, grazie ai quali abbiamo sviluppato una piattaforma digitale che ci permette, tra l’altro, di impostare l’andamento del workflow in anticipo. Quindi se il project manager preimposta ad esempio i traduttori, i revisori e gli impaginatori che dovranno intervenire su una determinata traduzione, il cliente può decidere di caricarlo sulla piattaforma in qualunque momento, anche quando il Project Manager non è più al PC, e avere la certezza che la richiesta arriverà ai collaboratori preimpostati, che potranno far partire il progetto in autonomia, anche controllando i passaggi da uno stadio all’altro, fino alla consegna al cliente”. Una grande libertà di organizzazione del proprio tempo. “Non è solo una questione di tempo, che potrebbe essere anche risolta con il part-time, ma è una flessibilità che permette di andare a prendere il bambino, ricollegarsi più tardi dal bordo piscina, oppure andare dal medico e poi lavorare nel tardo pomeriggio: l’importante è il risultato, portare avanti il lavoro senza il cartellino né tempistiche predefinite, ma con una gestione efficace del tempo”.

Il digitale regola tutta la vita? È necessario a 360°, ma non può sostituire il fattore umano. “Per noi è necessario anche incontrare vis a vis le persone, c’è il tempo per il contatto e il tempo per la distanza”. Questo insegnamento è qualcosa in cui noi donne ci sentiamo particolarmente a nostro agio: “Non lo impariamo necessariamente con la maternità, è proprio un’attitudine femminile – sostiene Adele Nardulli. La trasferiamo dalla vita privata a quella lavorativa ed è una skill utile per tutti.”

Soddisfazione non solo economica. La parte economica, per quanto importante, è quindi solo uno dei capitoli dell’accordo integrativo e degli impegni presi tra le parti. Nell’intesa trovano ufficializzazione le buone prassi di welfare aziendale che rappresentano l’anima di Landoor e il cuore pulsante del suo modello di business. Nell’ottica della conciliazione vita-lavoro-famiglia, gli orari di lavoro, le ferie e i permessi sono all’insegna della flessibilità: ciascun dipendente può infatti organizzare la propria giornata lavorativa in ufficio o in modalità “lavoro agile”, gestendo in autonomia pause e permessi. Proprio per consentire questa flessibilità, Landoor è dotata di un’infrastruttura tecnologica che consente l’accesso sicuro da remoto in cloud alla rete aziendale, da qualunque luogo e con qualunque dispositivo preveda una connessione Internet veloce. L’adesione al lavoro agile (o Smart Working che dir si voglia) da parte dei dipendenti è volontaria e regolata da un accordo individuale tra lavoratore e azienda.

Weldoor: il benessere replicabile per Pmi. Sulla centralità della persona e sul suo benessere nel luogo di lavoro Adele Nardulli ha sempre creduto e investito così tanto da dare un nome al suo programma di welfare, Weldoor. Il piano, che ha ottenuto importanti riconoscimenti anche a livello istituzionale, è stato trasferito dai vecchi uffici proprietari all’interno del business hub di via Copernico 38, a Milano, dove Landoor ha trovato casa nel 2017. In questo spazio di coworking il programma ha trovato la sua più squisita espressione in termini di condivisione con il territorio: gratuite per dipendenti e collaboratori esterni di Landoor e Copernico, le attività sono aperte tramite convenzioni ai 1800 lavoratori delle 250 aziende presenti nei due building. Weldoor è Team Building, relax e orizzontalità delle relazioni, inter- e intra-aziendali. È scambio di idee e possibilità di crescita per gli individui e le società in cui lavorano. Parlano i risultati.

Quale welfare caffè ha scelto Adele Nardulli sulla tastiera. Un caffè shakerato, fresca bevanda estiva a base di caffè, zucchero liquido e ghiaccio in cui la tazzina di caffè espresso in realtà si versa calda, “è abbondante, mescola tutta la tua persona, ti scuote, ti coinvolge ed è un booster, una spinta energizzante: questa è la mia ricetta di welfare personale, una spinta immediata che però fa bene alla mente e al corpo, mi rende più produttiva e creativa. E con il contrasto tra caldo e freddo si sprigionano energie positive”.